Il TOUR DIVIDE e' una gara in mountain bike considerata la più' lunga e difficoltosa al mondo! La partenza e' da Banff, Canada, e l'arrivo e' ad Antelope Wells al confine con il Messico. Più' che una gara e' una vera avventura, l'organizzazione fornisce la traccia GPS ed una sorta di Road Book, il resto sta' ai partecipanti.Ci si organizza con un kit di sopravvivenza, sacco a pelo, una piccola tendina o bivi, un kit di pronto soccorso, abbigliamento anti-pioggia e qualcosa di termico per la notte, abbigliamento di ricambio etc, il tutto sulle proprie biciclette!Si attraversano gli stati Canadesi; Alberta e British Columbia, per poi entrare in America ed attraversare Montana Idaho Wyoming Colorado e New Messico: 4418Km e 44.000m di dislivello di verra avventura. Elena Massarenti e Marco Costa, hanno concluso la gara di montani biche, in autosufficienza, più lunga al mondo. Prima donna Italiana e prima europea a partecipare e portare a termine l'impresa in 26 giorni. Marco Costa ci racconta l'aspetto tecnico del percorso. Una gara in autonomia significa che le mountain-bike , sono perfettamente attrezzate con tutto ciò che serve, sacco a pelo, materassino, bivi (copri sacco a pelo), abbigliamento pesante, pezzi di ricambio per la bici, cibo, acqua, gps, spot, mappe, ecc. Si è autonomi in tutto, nessun supporto esterno a seguito. Si è liberi di decidere le tappe e le soste. L'organizzazione controlla ogni singolo atleta attraverso l'apparecchio satellitare Spot, 24h/24h. Attraverso questo si evince esatta posizione, velocità, miglia percorse. Partenza, 8 giugno ore 8.00. 107 partenti di cui solo 11, donne. La gara si snoda da subito lungo sentieri che si inoltrano nella foresta, attraverso paesaggi straordinari. Dopo poche ore inizia a piovere e per i tre giorni successivi la pioggia ci accompagna. Si salgono i passi dell'Alberta e del B.C. ancora innevati, dove siamo costretti a spingere per ore la bici nella neve. Al Cabin pass c'era un clima invernale, nevicava! Al confine con gli USA il paesaggio cambia drasticamente, le fitte foreste di conifere canadesi, lasciano spazio alle vaste praterie a pascolo del Montana. In Montana le temperature sono ancora rigide: di giorno, quando c'è il sole, è anche gradevole pedalare, ma la sera e la notte fa ancora freddo, soprattutto quando si dorme all'aperto, cercando un riparo dalla pioggia. Nei primi giorni di gara si incontrano altri concorrenti lungo il percorso, poi ognuno segue il proprio ritmo e man mano che si percorrono Km., gli incontri si diradano. Dopo circa 6-7 giorni di gara iniziano le difficoltà fisiche dovute al sovraccarico articolare e muscolare e alle tante ore di bici passate in sella: Elena deve ricorrere alle cure ospedaliere per due giorni consecutivi, per una borsite ad un ginocchio, a cui, dopo due giorni, si aggiunge una tendinite al tendine di achille. La forza di volontà, i bendaggi funzionali e le cure ospedaliere, permettono comunque ad Elena di proseguire. Non vuole abbandonare al gara! Dopo giorni passati in Montana e Idaho tra montagne, freddo, neve e pioggia, dobbiamo affrontare 500km di deserto nel Wyoming. Uno sbalzo climatico e di condizioni atmosferiche notevole, sotto un sole cocente e con un forte vento da dover fronteggiare. La notte bivacchiamo nel deserto e, con stupore ad un certo punto, sentiamo un suono famigliare di ruote di bicicletta sulla sabbia; è un altro tour divider, che avvistata la nostra tenda, decide di bivaccare accanto a noi. Erano alcuni giorni che non incontravamo altri concorrenti lungo il percorso e ritrovarci in quelle circostanze è una piacevole sorpresa. Superato il Wyoming, entriamo in Colorado, dove ci aspettano i passi più alti, che raggiungono i 3600m. di quota. I paesaggi sono fantastici, peccato che la maggior parte dei colli li abbiamo affrontati con delle violente tempeste in corso. Non abbiamo mai avuto grossi problemi meccanici alla bici, se non la rottura della sella di Elena, dovuta alle sollecitazioni del bagaglio sottosella che è ancorato alla struttura metallica della sella. Per fortuna dopo una decina di KM. incontriamo un cantiere stradale con gli operai al lavoro, che gentilmente accolgono la nostra richiesta di aiuto e ci saldano la sella. La saldatura regge solamente per 3 giorni, ma nel frattempo siamo oltre la metà gara e ci siamo fermati in un negozio di bici per il check-up generale, la sostituzione delle pastiglie dei freni e della catena e una sella nuova, che arriverà però sfondata ad Antelope Wells. Lungo il percorso ci fa sorridere l'affermazione di un concorrente che dice: "questa non è una gara, è sopravvivenza"! Effettivamente è davvero dura e lo dimostrano i tour divider che giorno dopo giorno sono costretti a ritirarsi per vari problemi: ipotermia, tendiniti, problemi famigliari, meccanici, ecc.ecc. Sono diverse le ragioni che abbiamo incontrato e che spingono un atleta ad abbandonare la competizione. L'ultima stato da attraversare è il torrido e montagnoso New Messico. Forse la parte più impegnativa della gara, sia per i duri dislivelli da affrontare, sia per le alte temperature, sia per il forte vento che spesso soffia in direzione opposta rispetto alla nostra direzione di percorrenza. Solo gli ultimi 200km sono deserto pianeggiante, per il resto è un continuo sali-scendi su sterrati e sentieri a volti di difficile percorrenza. Anche culturalmente il New Messico è differente rispetto al resto degli stati che abbiamo appena percorso. Più ci avviciniamo al Messico e più la gente, il cibo e le abitudini diventano sudamericane. Persino i cani, che fino ad ora sono stati docili e socievoli, sono cambiati, e spesso rincorrono le biciclette con abbaio minaccioso. Per evitare il caldo, pedaliamo spesso la notte in questo ultimo tratto, dormendo pochissime ore e caricando più acqua del solito, perché se ne trova poca e qui non ci si può permettere di rimanere senza. Il Tour Divide è fatto anche di incontri: con altri viaggiatori, come per esempio, un ragazzo francese che magicamente appare di notte e che con molto entusiasmo ci racconta il suo viaggio, oppure Carl, pittore e artista di Salida, che incontrandoci all'una del mattino per le vie del paese, ci offre ospitalità sul pavimento di casa per dormire qualche ora nel nostro sacco a pelo. Alle 16.00 arriviamo a Silvercity, l'ultimo paese prima del confine messicano, dopo aver percorso 150km. Mancano 200km al traguardo e la voglia di arrivare ci fa decidere di proseguire e pedalare tutta la notte per arrivare ad Antelope Wells prima delle 8 del mattino seguente e concludere così la gara in 26 giorni, tempo che Elena si era prefissata di raggiungere. Dopo un abbondante rifornimento di cibo e acqua partiamo, incitati da 2 concorrenti che avevano terminato la gara in giornata e avevano fatto ritorno con la famiglia a Silvercity. L'ultima parte è tecnicamente facile rispetto a tutto il resto del percorso, l'unica difficoltà è data dalla stanchezza e dal fatto di dover pedalare tutta la notte. Spesso gli occhi si chiudono mentre si pedala, con il conseguente rischio di cadere per un colpo di sonno, ci si aiuta reciprocamente, parlandoci, cantando, fermandoci per qualche minuto a chiudere gli occhi nei momenti più difficili epedalata dopo pedalata, fatica dopo fatica, arriva l'alba, che ci dà nuove energie. Poi il cartello che indica le ultime 10 miglia e inizia il conto alla rovescia. Sembrano interminabili. Abbiamo percorso 4410 km e gli ultimi sembrano non arrivare mai. Fino a quando a circa 2 km dal traguardo si vedono le torrette del posto di polizia del confine. L'emozione è grande, ci si commuove ripensando a tutta la fatica fatta e all'esperienza vissuta per arrivare fino a lì. Alle 6,30 am tagliamo il traguardo. Il nostro Tour Divide è concluso.
Marco Costa ha partecipato al TD per la seconda volta. L'anno scorso ha concluso la gara in 19 giorni, quest'anno ha scelto di correre al fianco di Elena, prima donna europea e prima italiana a partecipare e concludere il TD in 26 giorni. Elena ci racconta le sue emozioni. IL MIO TOUR DIVIDE: Un impresa Titanica. ELENA DICE:Non potevo correre con una bici più adatta: la GasVentinove Titanica e' stata perfetta per questa impresa, in tutto, persino il nome rispecchiava esattamente ciò che è stato il Tour Divide, un'impresa Titanica.
Se dovessi definirlo in 3 parole: FATICA, DETERMINAZIONE, MERAVIGLIA. FATICA, perchè è stata tanta! In nessun' altra gara, avventura o viaggio ho mai provato nulla di paragonabile. Una fatica fisica e mentale portata agli estremi, dove non basta solo pedalare. Devi essere pronto a superare mille difficoltà, spingere nella neve per ore, nell'acqua, sollevare la bici carica per centinaia di metri di dislivello, sopportare le intemperie climatiche che cambiano in continuazione, il freddo, la neve, la piaggia, il vento fortissimo che non ti permette di rimanere in sella, il caldo e torrido deserto, la siccità, i violenti temporali, le tempeste di sabbia, il dolore fisico che è una costante, i problemi meccanici da risolvere, la ricerca del cibo (peraltro sempre di pessima qualità), dell'acqua, di un posto dove poter dormire qualche ora, l'attenzione costante ai pericoli naturali, agli animali selvatici che potrebbero essere pericolosi. Spazi naturali infiniti, dove sei solo con la Natura. Nessun riparo quando vorresti, nessuna protezione, nessuna sicurezza! Devi davvero amarla questa Natura per convivere con Lei, perché, a volte, è difficile. DETERMINAZIONE, perché devi avere ben chiaro l'obbiettivo nella mente. Antelope Wells, il confine con il Messico. E' lì che finirà la mia gara, non prima! Lì voglio arrivare! Allora sopporti tutto, perché per arrivare al traguardo non c'è altra via, devi continuare per quel sentiero. Più vai avanti, più si accorcia la strada da percorrere. Molte volte ero sfinita, eppure bastava un regalo della Natura per ritrovare la forza e il sorriso. Ecco la MERAVIGLIA! 4418km attraverso la meraviglia delle foreste del Canada, delle montagne del Montana, Idhao e Colorado. Dei deserti del Wyoming e del New Messico. Incontri ravvicinati con animali che mai avresti potuto osservare così da vicino. Osservi i loro comportamenti: l'eleganza del lupo, l'imponenza dell'orso, la fragilità di una madre di Elk con il proprio cucciolo, la simpatia delle centinaia di specie di scoiattoli che sfrecciano davanti a te e ti scrutano incuriositi, la maestosità dell' alce, le dinamiche dei branchi, gli ululati notturni dei coyote, la forza dell'aquila, l'immobilità dei serpenti a sonagli, le migliaia di diversità di uccelli, canti , colori, dimensioni e comportamenti stravaganti. Centinaia di Deers (specie diverse di ungulati), lepri bizzarre. Tramonti e albe infuocati, arcobaleni unici. Silenzi e pensieri personali. Il contatto con l'Infinito. Incontri umani, con persone che non hai mai visto eppure ti aiutano, ti aprono le porte di casa, mettono a disposizione le loro abilità e i loro attrezzi per risolvere un problema tecnico, ti offrono dell'acqua. Piccolo gesti, che per te hanno grande significato. Gli incontri con gli altri concorrenti, gli abbracci, e le "pacche" sulle spalle :" ehi, sei qui! Ce l'hai fatta anche tu oggi! Grande! Come stai? Tutto bene"? Si condivide tutto. Questo è stato il mio Tour Divide! Ognuno la vive in modo personale, ognuno al limite delle proprie forze fisiche e mentali. Chi arriva primo non ha sofferto meno di te, perché ha dato tutto se stesso, lo stesso per chi arriva ultimo. Attualmente ci sono ancora 18 persone in gara. In una competizione dove ci sono il 40% di ritirati, l'arrivo al traguardo è un'emozione che nessuna parola potrà mai descrivere. GRAZIE a tutti coloro che ci hanno seguito e sostenuto da casa, non immaginate quanto importanti fossero le vostre parole.
GRAZIE a GasVentinove, OnlyOff, Mavic, GoreBike, Scavezzon, Selle S.Marco, Adacta Sprint, Charlie srl, Andrea P., La stazione delle Biciclette.
GRAZIE a Marco.
Sportivamente Marco & Elena
wildtrack.it
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